Caduta Sassi / Gravel d’Autunno
2020


Volevo andare in Romagna. Le Foreste Casentinesi in autunno sono un vero spettacolo della natura. Dai, dai, e invece no. Non abbiamo superato lo scoglio logistico della macchina, le autolimitazioni in tempo di Covid. Finisco per accettare la proposta del buon Fabio, che con Wok a ruota propone un giro tutto pedalato con partenza da casa. Direzione i modenesi sassi di Rocca Malatina, valle del Panaro, giro di boa, e ritorno.
Assetto light gravel, come si conviene per giri medio lunghi dal profumo escursionistico e fondi misti.
La prima parte del percorso prevede un’uscita da Bolo su scorci ciclabili in direzione Zola, per scavallare poi in Valsamoggia dalle parti di Montemaggiore, direzione Savigno. Evitiamo alcuni bei passaggi calanchivi già noti per economizzare sui tempi, ma scopriamo un sentiero ben battuto che costeggia piacevolmente il torrente e che ci fa arrivare a Savino quasi senza farci mettere ruota sull’asfalto.



Dopo una sosta al baracchino dei ciclisti di Savigno si sale verso il versante modenese puntando Monteombraro. Io da quelle parti conoscevo solo salite de la muerte, Fabio non so come ne becca una (forse l’unica) che sale cauta e senza strappi. Sembra un nastro appoggiato con delicatezza sul fianco della collina, per non infierire troppo sulla vegetazione accesa dai colori vividi dell’autunno. Il nostro Wok sbava con la reflex a tracolla.
Poi è quasi un attimo, dalla cima di Monteombraro si scende in direzione Zocca ma poi si devia verso Rocca Malatina, di asfalto.
A questo punto ne abbiamo già fatto troppo e il via vai di lamiere motorizzate della domenica inizia a innervosirci. Alla prima deviazione possibile, prendiamo un tratturo che in un attimo ci infila nel primo sottobosco della giornata, è siamo già dentro il Parco dei Sassi. Da qui seguiamo solo sentieri segnalati che condividiamo con escursionisti a piedi, che sono sicuro pensano – cosa ci fanno questi con delle bici da corsa in mezzo al bosco -. Alcuni tratti, sia in salita che discesa, richiedono abilità ed equilibrio per il fondo roccioso, ma noi qualcosa da dire ce l’abbiamo, anche se non è sempre un bel sentire. Dopo un ‘ultimo strappo in salita sbuchiamo dal bosco in faccia ai Sassi, i tre spettacolari picchi rocciosi simbolo visivo del Parco.



Mille foto e via, la ridiscesa sul versante destro del fiume Panaro ci regala ancora delle vedute poetiche della valle verso sud, verso l’Appennino. Da lì sembra ancora che la natura possa vincere. Giunti a valle, iniziamo il rientro costeggiando la ciclabile lungo il fiume. Ampia e dal fondo bianco, è il terreno perfetto per sfogare gambe e bici, e le nostre da gravel danno il meglio di lor. Arriviamo così fino a Vignola, calcando il percorso modenese dell’euro velo 7.
Parte dell’euro velo 7 è anche il sottopassaggio con canaletta di scolo scoperta e criminale dove si è mirabilmente schiantato Wok, lasciando tracce del proprio zigomo al suolo. L’avventura è proprio dietro l’angolo verrebbe da dire, cervo dei boschi, piattola sull’asfalto. Visita d’obbligo al pronto soccorso locale e punti in faccia da vero pirata. Ultimi 30km di rientro su Bologna in mestizia ma tutti sui propri pedali, che sti Rupex son duri a mollare.



E La giornata finisce così, si accendono le luci, rimangono i colori.
Chissà come sarebbe andata in Romagna.

foto: wok photography